Dialogo tra un umile artista (umile di fronte alla Grande Sapienza della Natura) e volatili di varie specie…
Testo di Stefania Carrozzini introduttivo al libro di poesie “Appunti di viaggio, Nidi…” di Vincenzo Torcello
Gli uccelli, sapete, non sono degli esseri così distratti, anche se sembra che stiano sempre a perder tempo in “ciacole”… Adesso che hanno scoperto i nidi di Torcello si aggirano attorno a queste costruzioni e sussurrano e cinguettano e svolazzano: ma come si permette – si chiedono sospettosi – costui di imitarci? “Veranno poi abitati questi nidi da noi reali inquilini”? “Giammai”, rispondono in coro gli uccelli, uccellini, uccellacci e fanno un consulto straordinario se ritenere ammesso alla qualifica di “Gran costruttore di nidi” il nostro artista Vincenzo Torcello.
Lo invitano così a parlare e a dichiarare il perché di questo suo amore per ciò che la natura e l’istinto hanno messo in piedi dall’inizio dei mondi. “Che tipo strampalato!” pensano gli uccelli, uccellini, uccellacci che riuniti ascoltano il nostro artista sospendendo per un attimo il canto. Nell’attimo del canto sospeso più che le parole conta stavolta il potere evocativo dei suoi nidi in “carne ed ossa”. Dunque spiegaci caro Torcello, come mai ti è venuta questa brillante idea di farci concorrenza?
È farina del tuo sacco? O pardon, del tuo becco?
Torcello non ha un becco, ma mani forti e delicate, non ha mica un progetto, chessò una pianta, una sezione. Ha invece preso pagliuzze di vari formati e le ha messe insieme non già perché potesse trovarvi rifugio, o forse si tratta di un altro tipo di rifugio, mentale, poetico, in modo tale che il suo cuore e il nostro potrà trovarvi casa.
Il colore al loro interno, è gioa e segnale di vita, è materia densa, è grumo di emozioni. Ma con che rispetto si volge alla vita che si forma, alla perfezione della natura. In quanto artista può permettersi di volare alto con le ali dell’immaginazione e marcare a fuoco con la consapevolezza del pensiero l’intento di custodire e di procedere con infinita leggerezza; ciò che può fare l’uomo è poca cosa di fronte a voi, voi che non avete bisogno di clonazioni, che unite la funzione alla bellezza e non vi arrogate il diritto alla bellezza.
“Io posso solo sfiorare tutto questo – dice l’artista – e più sono umile di fronte a Voi più sono grande. Cercherò di parlare attraverso di te con pochi mezzi… ma con grandi emozioni”.
“Carissimo noi ti crediamo, sì crediamo nella tua buona fede, non c’è dubbio – risponde il capo dei volatili – crediamo nella tua buona fede di artista costruttore di nidi, anzi ti crediamo Grande Consapevole Costruttore di nidi: il premio e credo che sia un onore per te, è che i nostri amici potranno usarli i tuoi nidi, potranno sfamarci i piccoli, potranno infine abitarli. La Grande Natura Sapiente si è riconosciuta in te”.
Milano 11 febbraio 2002, Stefania Carrozzini